NEWS FISCALI

Prova delle Cessioni di Beni e Sanzioni IVA

Nuova sanzione per le cessioni di beni verso altri Stati UE

Una recente norma italiana ha introdotto una nuova sanzione per le aziende che vendono beni ad altri Paesi dell’Unione Europea.

In cosa consiste la sanzione? Se un’azienda vende un bene e questo viene spedito in un altro Paese UE ma non arriva a destinazione entro 90 giorni dalla spedizione, l’azienda deve pagare una sanzione pari al 50% dell’IVA dovuta su quella vendita.

Come evitare la sanzione? Per evitare questa sanzione, l’azienda deve conservare alcuni documenti che dimostrino che la vendita è stata effettivamente effettuata e che il bene è stato spedito. Questi documenti sono:

  • Fattura di vendita: il documento che attesta la vendita del bene.
  • Elenco Intra: un documento specifico utilizzato per registrare le vendite di beni tra Paesi UE.
  • Documento di trasporto (CMR): questo documento, che può essere anche elettronico, deve essere firmato dal trasportatore all’inizio del trasporto e dal destinatario alla consegna. Serve a tracciare il percorso del bene.
  • Documentazione bancaria: qualsiasi documento che dimostri il pagamento della vendita.

C’è una possibilità di “salvare” la situazione? Sì, se l’azienda si accorge che il bene non è arrivato a destinazione e vuole evitare la sanzione, può emettere una nuova fattura corretta e pagare l’IVA dovuta entro 30 giorni.

Perché questa nuova norma? Lo scopo di questa norma è quello di contrastare le frodi fiscali legate alle vendite di beni tra Paesi UE.

In sintesi:

La nuova norma impone alle aziende di conservare una documentazione accurata per ogni vendita verso altri Paesi UE. In caso di mancata consegna del bene entro 90 giorni, è prevista una sanzione, a meno che l’azienda non provveda a regolarizzare la situazione entro 30 giorni.

Redazione online

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